Il parapendio è una vera e propria ala che prende forma grazie all’aria che vi scorre internamente. In condizioni di aria calma, essendo sprovvista di una propulsione meccanica (motore), può planare come un deltaplano o un aliante.

Quando si è in volo è possibile sentire un fruscio, anche in assenza di vento: non siamo nel vuoto, l’ala si apre un varco a forza nell’aria.

La differente velocità  con cui l’aria scorre sui profili superiore ed inferiore dell’ala, ne permette il galleggiamento (=planata). In questo aspetto sta il fondamento che distingue un parapendio da un aquilone o da un paracadute: il profilo alare.

Incontrando correnti ascensionali, si possono guadagnare quote sorprendenti, anche migliaia di metri, e coprire decine e decine di chilometri di distanza, veleggiando nelle ascendenze termiche. Per queste caratteristiche, quello descritto viene chiamato comunemente “volo libero“.

Questo è il vero volo, quello degli uccelli, quello che hanno sognato Icaro e Leonardo. La bravura di un pilota si misura nella capacità di individuare e sfruttare le invisibili ascendenze, spostandosi poi in planata alla termica successiva, per guadagnare ancora la quota necessaria a compiere un altro “traverso”, oltrepassando valli e catene montuose, in cerca di nuovi paesaggi e nuove mete.

Andare verso l’ignoto è la vera essenza del volo di cross, un’esperienza spirituale che non può essere spiegata.